Scritto da Graziella Brusa
Foto di Graziella Brusa
LA SELVA BOEMA COME LUOGO DELLA SCRITTURA.
Sono stata recentemente in viaggio con il mio van nuovo di zecca, come tu ben sai se hai letto il mio articolo Nomadland e l’ispirazione, ed ho provato a vivere e a scrivere in un luogo che secondo me é tra i più romantici d’Europa: I monti Tavola e la Selva boema.
Ma prima di parlare degli scrittori cechi che scrissero su questi luoghi romanzi, racconti, poesie ed addirittura opere teatrali voglio parlarti della mia esperienza riguardante lo scrivere dentro una casa mobile.
L’esperienza di scrivere dentro una casa-mobile.
È stato un po’ scomodo, forse andrà meglio quando installerò il sedile girevole, per lo più ho preso appunti su di una applicazione, Speechnotes, che ho scaricato sul telefono.
Utile perché tu parli e lei scrive velocemente e poi riordini, in un secondo momento, i pensieri annotati, in maniera intelligibile.
Sostituisce la moleskine, il taccuino nero di Chatwin.
Effettivamente non è tanto romantico, ma è di gran lunga più pratico.
Virginia Woolf diceva che: “se vuole scrivere romanzi, una donna, deve avere del denaro e una stanza tutta per sé”.
Verità sacrosanta.
Ritengo che una persona di qualsiasi genere deve avere, prima di tutto, un’ immersione di silenzio e concentrazione, sebbene sia da ricordare che la scrittura è anche segnata da uno spazio fisico con una stretta relazione tra lo scrivere e lo spazio che abbiamo a disposizione.
Oltre all’esperienza del nomadismo che mi propongo di fare, andando a vivere per periodi brevi o lunghi che siano dei luoghi diversi, voglio anche provare il nomadismo della scrittura, della lettura e dello studio.
Mi sembra appropriato sperimentare in questo Mondo fluido, che parla a distanze infinite in tempo reale.
Tuttavia è necessario uno spazio qualunque che sia un tavolo o nel mio caso rocce per scrivere.
Cosa c’entra il Romanticismo in letteratura con la selva boema e la mia ricerca di uno spazio per scrivere?
Approdata per scelta nella foresta di Broumov, descritta come magica e popolata di folletti, elfi e fatine, sono entrata in uno spazio da fiaba, romantico, che ha ispirato molti scrittori del passato.
Per fare alcuni esempi cito Alois Jirásek che in Repubblica Ceca è conosciuto come il nostro Manzoni ed è letto al Liceo, Antonin Krticka e Adolf Kaspar.
Parlando di Jirásek visse in pieno periodo romantico e fu autore di romanzi storici e opere teatrali; uno dei suoi romanzi che parla di questi luoghi della scrittura si intitola “Antiche leggende boeme” ed è stata pubblicato nel 1894.
Se ti interessa puoi acquistarlo su Amazon – Racconti e leggende della Praga D’Oro”- edito da Mondadori.
Adolf Kaspar invece fu un pittore ed illustratore ceco.
Tu sai come mi piace l’illustrazione, vero?
Fu allievo del famoso illustratore di libri per bambini Hanus Schwaiger e diventò illustratore dei romanzi di letteratura romantica e popolare ceca come quelli di Jirásek.
Nacque nel 1877 e morì in una città della selva boema, visitata anche da me in una notte di mezz’estate tanti anni fa, Železnà Ruda, ora nota meta turistica. Dipinse acquarelli e fece esperienza con la fotografia.
ISPIRAZIONE DENTRO LA SELVA
Detto questo, seduta su queste grandi pietre di tufo, in questa foresta incantata nella quale mi sono addentrata come in una selva oscura che la dritta via era smarrita mi domando parlando da sola con il telefonino: “ma da dove vengono le storie? Incasellate dalle correnti letterarie come il romanticismo, inventate dai critici e dagli editori.”
Secondo me possiamo attingere le storie solo da noi stessi relativamente a quello che ci riguarda. Le trame ed i contesti cambiano, ma i temi no; sono quelli che ci colpiscono e ci colpiranno sempre.
Per diventare quasi ossessivi.
Fili invisibili ci avvolgono senza essere consapevoli ed un luogo diventa scrittura – spazio e scrittura – ispirazione.
Osservo quest’ambiente, seduta sulla roccia, ascolto i suoni della natura e mi immagino in un’altra epoca.
“Sono un’eretica che sfugge alle persecuzioni religiose e mi rifugio in luoghi impenetrabili, ma non mi sento mai sola perché percepisco la vita intorno a me. Dalle balconate aperte sulla pianura sottostante osservo in lontananza gruppi di soldati a cavallo in cerca di fuggiaschi, di diversi, come me, che si ostinano a non osservare le regole imposte dal Potere per controllare le persone. Nelle foresta di Broumov tutto è ordine naturale, tutto è quiete. Il tempo è sospeso come in un sogno.”
Quanto questa immagine romantica ha a che fare con il mio biografico, con l’immaginazione e l’osservazione? Un esercizio per te.
Impara a guardare queste fotografie del luogo che ho scattato e pubblicato nell’articolo. Guarda lo sfondo, guarda le rocce, guarda il cielo, guarda tutta la fotografia non i particolari. Mentre guardi, prendi nota sul taccuino o su una moderna applicazione seduto nella tua stanza della scrittura o nel tuo luogo particolare. Se ti fa piacere puoi rispondermi nei commenti e raccontarmi cosa ne pensi. Soprattutto che relazione hai con la realtà e la tua esperienza personale e la finzione pura.
Ma questo articolo non finisce qui!
I MONTI SUMAVA
Dopo l’esperienza con questa foresta primordiale, rimasta un caso unico in Europa mi sposto verso la Selva boema che tanto amo e mi fermo a Nova Sec all’ingresso del Parco nazionale dei Monti Sumava.
Decido di inoltrarmi sino ad una località di nome Plešné jezero, un lago di montagna che si trova a 1090 metri.
Cammino per otto chilometri e mi affaccio su di un lago glaciale suggestivo, quasi seducente per la sua bellezza perfetta.
Scelgo questo luogo perché ha uno stretto legame con il romanticismo in letteratura.
Sto parlando di Adalberto Stifter; scrittore, pittore e pedagogo austriaco. Visse in pieno periodo romantico e nacque in questi luoghi. Scrisse poesie, racconti e romanzi brevi, saggi. Il nome della raccolta di novelle più bella è quella delle Pietre colorate pubblicato in Italia da Marsilio nella collana I grandi classici tascabili.
Lo trovate su Ibs.it se volete leggerlo.
Nella prefazione l’autore descrive la sua ossessione artistica, il tema che lo riguarda vale a dire la bellezza delle piccole cose, delle semplici virtù silenziose, la bellezza della natura, liberi dal “demone dell’azione”.
Viaggiare in Repubblica Ceca è semplice e sicuro.
Mi sono accampata quattro notti senza problemi. Ho fatto camminate meditative nella selva boema e sui monti Tavola dove si trova la foresta di Broumov incontrando poche persone. Ho fatto il bagno in laghi puliti che costellano il territorio, ho mangiato nelle taverne e bevuto buona birra alla spina a prezzi modici. L’ossessione di colore è il verde nelle sue sfumature: verde salvia, verde brillante, verde scuro, verde pino, verde islam, verde smeraldo, verde trifoglio, verde muschio. Qua e là spruzzate di intenso viola, magenta e giallo sole.
Nessuno all’esterno indossa più la mascherina.
Queste sono mete lontane dalla pazza folla e sono luoghi del silenzio e delle storie.
Con me ho portato due libri.
Due memoir che raccontano di persone e terre lontane d’Occidente.
Uno è Heartland di Sarah Smarsh e l’altro è Antropologia del turchese di Ellen Melloy. Tutti e due editi da Black Coffee un interessante progetto editoriale dedicato alla letteratura nordamericana contemporanea. Gli autori sono esordienti e voci fuori dal coro, opere inedite o dimenticate, voci femminili e autori che scrivono racconti.
Sai che prediligo i racconti veri e questi sono storie di vita vissuta, ma ne parlerò nel prossimo articolo.
Altri luoghi, altre storie, altra strada con la casavan.
Se ti è piaciuto l’articolo, CONDIVIDILO, cliccando i pulsanti qui sotto. Grazie!
Ciao, Graziella! Complimenti per l’esperienza che stai vivendo. Sembra una cosa affascinante, da cui sicuramente trarrai nuovi stimoli e ispirazione. 🙂
Ciao Rose, sí mi piace vivere senza sempre pianificare, con scadenze e controllo. Un abbraccio mia cara, spero tu stia bene.