CUCCETTE PER SIGNORA di ANITA NAIR
Edizioni Guanda
È il terzo libro che recensisco del tour TURISMO LETTERARIO, l’autrice è Anita Nair come puoi notare il nome suona indiano.
India terra esotica, misteriosa, contraddittoria, sacra e carnale, un miscuglio di spezie e profumi, gusti forti e vite epiche.
INCIPIT
“È stato così da sempre; l’odore di un binario di notte invade Akhila con un senso di fuga. Il lungo marciapiede di cemento che si proietta nella notte, segmentato dai cartelli e dalle luci a intermittenza delle insegne luminose della stazione. Le lancette in movimento di un orologio che segna il tempo al ritmo pressante del baccano degli schermi televisivi sospesi in alto, degli scricchiolii dei carrelli carichi di ceste e sacchi. Il gracchiare degli altoparlanti per il pubblico e i sibili che ne escono all’esordire dei loro annunci di arrivi e partenze.”
LA STORIA
Nei primi anno ‘90 sei donne indiane viaggiano insieme nello stesso vagone destinato a sole donne. Il quesito al quale cercano di dare una risposta personale è: una donna può viaggiare da sola? Esse pur entrando in una stretta confidenza, dato anche l’ambiente chiuso in cui si trovano, non interagiscono tra di loro. Il fatto che non conversino tra di loro è una scelta narrativa che ha dato luogo ad alcune critiche: il romanzo assomiglia ad un assemblaggio di sei racconti diversi senza unità narrativa.
Le sei protagoniste appartengono alla media e alta borghesia indiana, colte, istruite e moderne, ma che raccontano storie di sudditanza fisica e psicologica. Nel lavoro della Nair è evidente questa contraddizione tra la sottomissione tradizionale delle donne e la pervasività delle tradizioni occidentali che hanno contaminato la società indiana.
Emerge dalla lettura del romanzo e dalla descrizione dei rapporti dei personaggi con la famiglia che è ancora forte l’assoggettamento femminile anche nelle classi abbienti e che, tra di loro, le donne non sono solidali. In India le “rivoluzioni” arrivano dall’estero, da fuori, impersonate dai personaggi femminili di origine non indiana, come Katherine Webber, amica di Akhila.
Il personaggio principale è appunto Akhila, nominata nell’incipit. Questa donna sta fuggendo o sta partendo verso una destinazione non precisa. Chi di voi non ha sognato, progettato, almeno una volta, una fuga dal Mondo? Si trova sul treno con le altre donne, le ascolta, scende dal convoglio e si ritrova in una città di mare, decide di essere una nuova donna che ama liberamente, sa stare da sola, non si fa sfruttare dalla famiglia. Il suo corpo ritrova la libertà di una nuova sessualità scelta e non imposta da leggi, religioni, costumi. Le altre viaggiatrici le saranno di aiuto in questo viaggio di consapevolezza.
Un’altra donna, Margaret, invece sembrerebbe avere il destino nelle proprie mani. È laureata in chimica ed ha una carriera promettente, ma si sposa con Ebe, il suo fantastico fidanzato che si dimostra, di fatto, quello che non è. Lei si vendica anche se questa vendetta è un atto passivo, una emancipazione mancata per un soffio.
La terza donna è Janaki che è promessa sposa allo zio ventisettenne, lei di anni ne ha diciotto. In principio non consumano il matrimonio, lui attende e da qui nasce l’amore duraturo, ma ad un certo punto questa donna sviluppa una silenziosa rabbia e pensa che tutti, marito e figli, hanno controllato la sua vita e lei non abbia potuto compiere niente di personale e di importante.
Altre due figure femminili sono narrate nel romanzo con storie intriganti e stimolanti anche per la donna occidentale che pensa di essere emancipata, ma deve fare ancora tanta strada. Infatti se ci soffermiamo con la mente a ricordare alcuni dei nostri traguardi, come un nuovo diritto di famiglia, il diritto all’aborto, il divorzio, sono stati raggiunti solo dopo la metà del secolo scorso, pertanto recenti e ancora, in molte circostanze, ostacolati dalla società civile.
L’AUTRICE
Anita Nair è nata a Bangalore in India nel 1966. Scrive in inglese ed è abbastanza versatile, infatti ha pubblicato romanzi, gialli, racconti, saggistica, romanzi per bambini. È raro trovare una figura di scrittrice nel panorama italiano così composita, più frequente all’estero, ma io ritengo che sia più un fatto commerciale ed editoriale.
Pubblica per la prima volta in Italia, grazie alla sua traduttrice Francesca Diano con la quale stringe uno stretto rapporto di collaborazione, con l’editore Neri Pozza. L’anno era il 2001 ed il titolo “Un uomo migliore”. Questo che recensisco oggi è il suo secondo libro tradotto e pubblicato nel nostro Paese ed è diventato un caso editoriale, un long-seller. Quest’autrice porta nei suoi romanzi la tematica della visione e della posizione della donna nella società indiana non professandosi come attivista, ma come studiosa del mondo femminile e dell’umano in generale.
Vi lascio il suo indirizzo internet www.anitanair.net
QUANDO LEGGERLO?
È un libro anche questo che potrebbe rientrare in un percorso di book therapy. Un libro moderno con una storia che non si svolge in un lontano passato, ma solo pochi decenni fa. Lo consiglio soprattutto alle donne che vogliono diventare “nuove donne”. Gli esempi che sono descritti e il percorso di consapevolezza indicato possono portare a delle profonde riflessioni sulla propria vita.
Quando lo leggerai fammi sapere il tuo parere e scrivimi a: nina.ballor@gmail.com nina.ballor@gmail.com